Dieta paleontologica: caratteristiche, menu e vantaggi

La dieta Paleontologica, anche nota come “Paleo Dieta“, sta prendendo sempre più piede, tanto che sempre più persone si chiedono in cosa consista, quale debba essere il menu da seguire, quali sono i vantaggi e soprattutto se esistono delle controindicazioni. Vediamo in questa guida di cosa si tratta.

Paleodieta: cos’è e quando è nata

La prima informazione utile su questo regime alimentare al centro dell’attenzione, è chi l’abbia ideata. Si deve al dottor Loren Cordain l’introduzione di questa dieta.

Cordain, specializzato nel campo della nutrizione, durante le sue ricerche presso l’Università del Colorado ha messo a punto una dieta che si basa su un principio: assumere proteine in prevalenza rispetto agli altri alimenti.

Accanto alla carne, in special modo carne magra e di animali selvatici, Cordain raccomanda di mangiare frutta e verdura. Sconsiglia invece l’assunzione di latticini, nonché di zuccheri o cereali complessi, e decisamente di cibo lavorato.

L’assunto sul quale si è basato il nutrizionista è che noi, in quanto discendenti degli uomini primitivi, dovremmo adeguarci al modello alimentare dei nostri progenitori, che si cibavano esclusivamente di:

  • ricavato di caccia e pesca (da qui la carne magra e selvatica);
  • ricavato di ciò che raccoglievano (da qui la frutta e le erbe che trovavano a terra).

Secondo Cordain dunque, poiché i popoli primitivi non praticavano l’agricoltura, noi dovremmo adeguarci a quello stile alimentare. Si intuisce come tale regime sia molto discusso attualmente.

Dieta Paleontologica cosa si mangia?

Ma in cosa consiste esattamente un programma che segua una dieta così particolare? Proviamo a vedere uno schema tipico settimanale di Paleodieta. La premessa è che si dovrebbe innanzitutto stilare l’elenco dei cibi ammessi dalla dieta, che sono:

  • carne magra (rossa o bianca);
  • uova;
  • pesce;
  • frutta;
  • verdura;
  • semi.

Ad una prima occhiata non si notano i carboidrati complessi, derivanti dall’agricoltura che i nostri antenati ancora non conoscevano. Quindi, lo schema settimanale sarebbe il seguente.

Schema menu settimanale

Lunedì:

a colazione si possono mangiare delle uova con frutta secca, come le mandorle (sono entrambi alimenti esistenti all’epoca della pietra). Per pranzo via libera a del prosciutto crudo e della verdura cruda, come ad esempio della rughetta. Dal pranzo si passa poi direttamente alla cena, in quanto la Paleodieta non prevede spuntini o snack, sconosciuti all’epoca.

Tuttavia il suo ideatore consente di sgranocchiare qualche seme o della frutta secca per spezzare la fame. A cena del primo giorno si può chiudere con del pesce e ancora verdura (naturalmente di stagione perché in passato non esistevano le serre o l’agricoltura intensiva, nonché le importazioni).

Come si vede, mancano del tutto i carboidrati, o i latticini.

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Martedì:

il secondo giorno potrebbe cominciare con una colazione molto particolare e nutriente, cioè con del salmone e della frutta secca.
Carne a pranzo, accompagnata da insalata, per poi concludere a cena di nuovo con la carne (può andare bene dello spezzatino) e verdure crude.

Mercoledì:

Per il mercoledì della dieta la colazione prevede carne di tacchino ai ferri. Per pranzo via libera al pesce e ancora alla verdura cruda di stagione, per poi concludere alla sera con pesce grigliato e verdura.

Giovedì

Al giovedì della dieta paleolitica si può cominciare la giornata con della frutta e del prosciutto. Come si vede lo schema più o meno è il medesimo ogni giorno, e prevede in questo caso a pranzo uova e verdure.

Per cena del pollo al forno con verdure grigliate.

  1. Il venerdì non fa eccezione, con uova e frutta secca per colazione, carne ai ferri con funghi per pranzo e di nuovo carne (affettato) per cena, accompagnata da verdure in zuppa.
  2. Il weekend si conclude in linea con la settimana, perché prevede di consumare a colazione uova e frutta, a pranzo carne (pollo e fettine) con verdure, e infine a cena carne o pesce con verdure.
    Lo stesso dottor Cordain però raccomanda di non seguire questo regime alimentare per più di due settimane, massimo tre.

I vantaggi della Paleodieta

Considerato lo schema appena analizzato, e considerato che non prevede di essere seguito per molto tempo, si notano subito degli evidenti vantaggi.
La limitazione degli zuccheri complesso o dei cibi raffinati, nonché dell’uso eccessivo dei latticini o degli snack fuori pasto, può effettivamente regolare il livello di glicemia nel sangue, a volte elevato a causa della cattiva alimentazione.

Inoltre le proteine forniscono al corpo energia, e il consumo elevato di frutta e verdura di stagione è decisamente un toccasana per il sistema immunitario. Inoltre si raccomanda anche di associare a questa dieta dell’attività fisica, promossa da più parti.

Vantaggi quindi ce ne sono, e tuttavia per completezza di informazioni si devono anche riportare i pareri contrastanti di chi individua nella dieta alcune criticità. Vediamole insieme.

Le controindicazioni e le avvertenze della dieta Paleontologica

Questo tipo di dieta, come tutte del resto, dovrebbe essere seguita solo da chi si trova in perfette condizioni e dopo una visita medica, tanto più che si basa su due principi cardine:

I medici nutrizionisti fanno notare che l’eccessivo consumo di proteine può portare l’organismo a quella che si chiama chetosi, cioè l’accumulo eccessivo dei cosiddetti corpi chetonici, tipici di un metabolismo dei grassi non corretto.

È vero che la dieta dura poche settimane, ma rischia (soprattutto in soggetti a rischio) un eccessivo sovraffaticamento degli organi, in particolare dei reni e del fegato.

Approfondiamo il discorso.

A prima vista la controindicazione della dieta in questione non è particolarmente anomala, ma è in linea con quelle addebitate alle diete iperproteiche. Il rischio principale in queste diete è che, per smaltire il carico di proteine assunte, organi come il fegato e i reni debbano fare un lavoro supplementare, rischiando di affaticarsi troppo.

Certo, la dieta (come raccomandato dal suo stesso ideatore) va seguita per poco tempo, ma è pur vero che non è un buon modello da seguire nel tempo.

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Un altro svantaggio è quello del famoso effetto yo-yo.

Molti nutrizionisti sottolineano come, anziché fare diete rigorose per poco tempo, sarebbe meglio imparare ad alimentarsi in maniera corretta, integrando tutti gli alimenti disponibili.

Questi regimi alimentari possono anche far perdere peso in poco tempo, ma in poco tempo il peso stesso verrà riacquistato. Naturalmente la dieta poi non va seguita se si è incinte o se si sta allattando.

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