Fesa di tacchino in gravidanza: si può mangiare?

L’alimentazione durante la gestazione è uno dei fattori principali da tenere in considerazione per il mantenimento di un perfetto stato di salute, ci sono diversi elementi su cui c’è un’opinione contrastante. Ci occuperemo ora di parlare della fesa di tacchino e vedremo di capire se è un alimento il cui consumo è indicato o meno.

Fesa di tacchino in gravidanza: si può mangiare?

Indubbiamente cibi come i salumi e gli insaccati sono le bestie nere da tenere assolutamente a distanza durante la gestazione. Esistono, però, alcune eccezioni che sarebbe bene conoscere anche per non essere privati di un cibo assumibile e che può potenzialmente apportare interessanti benefici, la fesa di tacchino rientra tra quelle. Cerchiamo di capire il perché.

Fesa di tacchino e gravidanza: rapporto possibile?

La fesa di tacchino, almeno apparentemente, è molto simile come aspetto al prosciutto cotto, in realtà è una tipologia di carne derivata dalla lavorazione del muscolo del petto del tacchino.

Nonostante si senta molto spesso dire che gli insaccati e i salumi in generale rappresentano qualcosa a cui stare a debita distanza durante il periodo della gestazione, la fesa di tacchino con i suoi valori nutrizionali e gli apporti benefici è assolutamente consigliata in questa fase.

Una caratteristica della carne di tacchino è quella di essere povera di contenuti grassi e colesterolo, rendendola così un alimento il cui consumo è fortemente indicato nella gravidanza e anche nelle diete ipocaloriche in generale. Che sia sotto forma di arrosto di tacchino o tacchino cotto, perché privarsi di questa leccornia salutare?

Fesa di tacchino: i valori nutrizionali e le calorie

Se sei interessata a saperne di più sulla fesa di tacchino e averne una visione più “scientifica” dal punto di vista alimentare, forse potrebbe interessarti dare un’occhiata ai suoi valori nutrizionali.

Se prendiamo in considerazione 100 grammi di prodotto, avremo:

· 111 calorie

· 24,6 grammi di proteine

· 0,65 grammi di grassi

· 49mg di sodio.

Questi pochi dati sono sufficienti a restituire una verità ben radicata sia nell’opinione comune sia nella visione medica: la fesa di tacchino, proprio grazie all’apporto dei suoi nutrienti, alla bassissima presenza di grassi e colesterolo e all’alta digeribilità, rappresenta un alimento che non dovrebbe mai mancare nella tua dieta.

Se poi il pericolo del consumo di salumi e del conseguente rischio d’insorgenza della toxoplasmosi ti mette nel panico, sappi che non hai nulla da temere! I salumi cotti, come la fesa di tacchino, vengono sottoposti a particolari lavorazioni e a un processo prolungato di cottura tali da svolgere una funzione battericida, nessun rischio di contrarre pericolosi parassiti sia per te sia per il bambino.

Salumi concessi durante la gravidanza

Come forse già saprai, una corretta alimentazione in gravidanza è la chiave per una gestazione che proceda nel modo più salutare possibile e per uno sviluppo psicofisico completo del feto.

E’ incredibile pensare che un’attività banale come quella del mangiare e nutrirsi riesca ad avere effetti così prolungati e incisivi sul nostro corpo, eppure le cose stanno proprio così. Ecco perché avere una perfetta comprensione di ciò che puoi e non puoi mangiare ti fornirà un quadro esaustivo della situazione.

Generalmente si parla di salumi e insaccati come cibi da evitare assolutamente durante la gravidanza, spesso però non c’è una chiarezza effettiva sulla questione e si finisce col confondere le categorie di alimenti rischiando di generare ancora più confusione nella mamma. Vediamo di fare luce sulla faccenda.

Vengono definiti insaccati tutti quei salumi, come salame, mortadella, wurstel, che subiscono durante il processo di lavorazione alcuni accorgimenti volti a esaltarne il sapore tramite ricorso ad addensanti, conservanti o additivi vari. I salumi non insaccati, invece, come prosciutto cotto, bresaola, pancetta, sono quei prodotti, derivati da una parte specifica dell’animale, che durante il processo di lavorazione vengono sottoposti a stagionatura, salagione o cottura.

Una volta definita questa differenziazione, occupiamoci dei salumi che puoi consumare durante la gravidanza:

· Tutti i salumi cotti, perché la cottura genera uno shock termico con risultati battericidi e antiparassitari. I più indicati risultano essere il prosciutto cotto, la mortadella e la fesa di tacchino appunto. Discorso differente andrebbe fatto per il petto di pollo, il cui consumo è indicato solamente se sottoposto a processo di cottura superiore ai 77°.

Passando alle note meno liete, ci sono diversi salumi che dovresti tenere il più lontano possibile in questa delicata fase della tua esistenza:

· Tutti gli insaccati che presentano un elevato tasso di conservanti o un’eccessiva presenza di sodio. Tra questi i principali indiziati sono i wurstel, il salame, la salsiccia, il lardo e il prosciutto crudo.

Come regola generale vale perciò quella secondo cui il consumo di carne in gravidanza è ammessa e concessa purché sia ben cotta in modo da eliminare ogni eventuale rischio di toxoplasmosi e di generare affetti avversi nella salute nel bambino e nella tua.

Come hai potuto notare, seguendo alcune piccole ma essenziali regole alimentari è possibile regalarsi un’alimentazione quotidiana che strizzi l’occhio al benessere generale, senza però dimenticare il gusto e la sapidità dei sapori. Durante la gestazione è necessaria un’accortezza e una consapevolezza maggiore per evitare che una disattenzione alimentare banale possa provocare più svantaggi di quelli preventivati.

Qual è quindi la dieta perfetta da seguire in questa fase? Una delle più indicate per il perfetto equilibrio e il bilanciamento nutrizionale che offre è sicuramente quella mediterranea che con i suoi apporti di carboidrati, proteine e vitamine è perfetta per un corretto decorso della gravidanza.

I salumi, benché gustosi, possono essere consumati facendo attenzione alla categoria alla quale appartengono e non eccedendo nelle quantità. Per quel che riguarda frutta e verdura, invece, possono essere consumate senza alcuna problematica se cotte, crude, però, presentano dei rischi derivati dalla loro natura di essere a contatto con il terreno e quindi con eventuali sostanze nocive, prestare la massima attenzione e prediligere una cottura attenta e precisa.

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