Varicella sintomi, contagio, incubazione e rimedi prurito

Sintomi della varicella in adulti, bambini e neonati. Come avviene il contagio e quanto dura l’incubazione? Cosa è il virus varicella-zoster e come avviene il contagio?

Come il morbillo, la parotite e la rosolia, la varicella può essere prevenuta mediante immunizzazione con un vaccino vivo, attenuato. A differenza però delle citate patologie la varicella può essere trattata in modo efficace con una terapia antivirale specifica. Pertanto la varicella è una patologia sia prevenibile che trattabile.

La varicella è di solito lieve entità per la maggior parte dei bambini, mentre può diventare seria e talvolta pericolosa negli adulti e nei pazienti immunodepressi di qualunque età.

Vaccino della Varicella

Il vaccino è sicuro e ben tollerato e la protezione sembra essere di lunga durata. La vaccinazione va effettuata con una sola dose ai bambini tra 12 mesi e 12 anni, e con due dosi in chi ha più di 12 anni.

Il vaccino della varicella è controindicato per gli individui immunodepressi, mentre è consigliato nei bambini più grandi, negli adolescenti e negli adulti che non abbiano ancora contratto la malattia e privi di controindicazioni.

È consigliato soprattutto per le persone che per motivi professionali hanno un maggior rischio di acquisire l’infezione (come il personale scolastico) o trasmetterla a persone ad alto rischio di complicanze gravi (come gli operatori sanitari). Inoltre, la vaccinazione è particolarmente indicata anche per le donne in età fertile che non hanno già avuto la malattia, per evitare un’eventuale infezione in gravidanza e i conseguenti danni al bambino.

Varicella contagio

Il contagio della varicella è dovuto solitamente all’infezione primaria del virus varicella-zoster, un virus erpetico umano che abbiamo già incontrato nella precedente spiegazione dell’Herpes zoster, in quanto detto virus rimane clinicamente latente nei gangli della radice dorsale dopo aver causato la varicella e si riattiva, per varie cause, producendo la tipica eruzione dermatomerica dolorosa del Fuoco di Sant’Antonio.

Il virus varicella-zoster si diffonde più comunemente mediante goccioline aerosilizzate quando una persona infetta parla, tossisce o starnutisce. Inoltre, il virus può essere contratto per contatto diretto con le lesioni cutanee di un paziente che ha la varicella o l’herpes zoster.

Le persone con sintomi da varicella trasmettono il virus durante la fase terminale del loro periodo di incubazione e nei primi due giorni di eruzione. E’ piuttosto contagiosa e nei climi temperati è una patologia stagionale che colpisce più comunemente da ottobre a maggio. Nei climi tropicali, invece, l’infezione è molto meno frequente in età infantile e colpisce maggiormente gli adulti. Nozione da tener presente in caso di viaggi all’estero! Il motivo sta nella termolabilità del virus.

Varicella incubazione

Il periodo di incubazione da varicella è di 14 giorni con un range che va dai 10 ai 21 giorni. I secondi casi sono ben documentati, ma rari. La diffusione del vaccino ha ridotto costantemente negli anni l’incidenza annuale della malattia.

L’incubazione della varicella nei bambini hanno una fase prodromica lieve o non apparente con febbricola, malessere generalizzato, cefalea, adenopatia ascellare, inappetenza e blandi sintomi respiratori. Nell’arco di 24-48 ore si sviluppa un’eruzione pruriginosa alla testa ed al volto che va diffondendosi con rapidità al tronco ed alle estremità. Solitamente le lesioni sono più numerose al tronco.

L’esantema evolve rapidamente da maculopapula a vescicola superficiale e poi più lentamente si trasforma in pustola che infine diventa crosta. Le vescicole si formano sulla superficie mucosa così come sulla cute, ma queste ultime si rompono rapidamente diventando così delle ulcere superficiali.

Nuove lesioni cutanee continuano a formarsi per una media di 3 giorni dopo l’inizio dell’eruzione. La comparsa di nuove lesioni per più di una settimana suggerisce che il paziente ha una condizione di immunodepressione sottostante. Una riduzione del numero totale di lesioni si apprezza inizialmente al quarto giorno dopo l’inizio dell’eruzione.

Quando le croste cadono, può rimanere talvolta una piccola fossetta circondata da ipopigmentazione. La vasta maggioranza delle lesioni guarisce in alcuni mesi senza lasciare cicatrici.
La fase prodromica negli adolescenti e negli adulti è più pronunciata rispetto ai bambini. Evoluzione e distribuzione sono simili ma le lesioni sono più numerose ( > 350 ) e più pruriginose.

Le donne incinte con varicella tendono a sviluppare una polmonite virale. Se la varicella si verifica durante le prime 20 settimane di gravidanza esiste un rischio massimo del 2 % di compromissione fetale, con anomalie oculari e del sistema nervoso centrale, lesioni cutanee cicatriziali ed ipoplasia degli arti. Se una madre sviluppa la varicella nei 7 giorni antecedenti o successivi al parto, il neonato può sviluppare una varicella neonatale. Questa malattia può essere fatale.

In un paziente immunocompromesso, la varicella, è una patologia molto seria. Il decorso della malattia è assai più prolungato e si possono formare nuove lesioni per settimane e le vescicole possono diventare bollose od emorragiche. Il virus può compromettere gli organi viscerali, in primis polmoni e fegato. I segni e sintomi di interessamento viscerale significano che la patologia è potenzialmente minacciosa per la vita.

I soggetti più a rischio sono i riceventi di trapianto di organo solido e di midollo osseo, i pazienti trattati con farmaci citotossici o terapia corticosteroidea cronica per neoplasie maligne o patologie autoimmuni e le persone con AIDS con conta cellulare dei CD4 bassa.

La diagnosi è quasi sempre clinica con una storia di esposizione al virus nelle 2 settimane precedenti alla eruzione. Casi rari ed atipici vengono confermati con l’analisi di laboratorio ( aspirato o tamponi delle lesioni).
Nella maggior parte dei casi la malattia ha decorso benigno autolimitantesi, per cui viene raccomandato di curare l’igiene delle lesioni e di somministrare antistaminici in caso di forte prurito.

Va evitato l’uso di Aspirina dopo l’eventuale contagio,per l’associazione con la sindrome di Reye.

Le forme craniche di Varicella, rare, possono interessare il nervo oftalmico e le sue diramazioni ( lesioni coinvolgenti la fronte, le palpebre,l’ala del naso, la congiuntiva) o il nervo intermedio di Wrisberg, con un’eruzione al condotto uditivo esterno ed alla conca accompagnata da otalgia, adenopatia preauricolare, anestesia dei 2/3 anteriori della metà omolaterale della lingua e talora da una paralisi facciale periferica e disturbi cocleovestibolari.

Le complicanze della varicella sono rare nei bambini sani e si verificano per lo più nelle persone immunodepresse, nei neonati e negli adolescenti o adulti. Possono verificarsi superinfezione batterica delle lesioni cutanee, trombocitopenia, artrite, epatite, atassia cerebellare, encefalite, polmonite e glomerulonefrite. Tra gli adulti la complicanza più comune è la polmonite.

La terapia antivirale non è raccomandata nei bambini con varicella altrimenti sani, visto che, somministrata per via orale entro 24 ore dall’inizio dell’esantema, determina solamente una modesta riduzione dei sintomi.

In generale, si consiglia di isolare i pazienti per evitare la diffusione del contagio. È raccomandato che i bambini colpiti dalla malattia restino a casa da scuola per almeno sette giorni dalla comparsa delle prime vescicole.

L’aciclovir ( acicloguanosina) è il farmaco di prima scelta contro il varicella-zoster ma non ha effetto sulla latenza dei virus erpetici. Di fatto abbrevia il decorso clinico al massimo del 30 % in persone altrimenti sane. E’ più efficace se somministrato entro 24 ore dalla comparsa dell’eruzione. I pazienti immunocompromessi dovrebbero ricevere sempre la terapia antivirale.

Di fatto il disturbo principale è dato dal prurito, specialmente in adolescenti ed adulti.

Va assolutamente evitata l’esposizione solare, poiché aggrava l’eruzione ed intensifica il prurito. Compresse fredde applicate periodicamente sui punti più pruriginosi possono dare sollievo. Anche il bagno con farina d’avena colloidale può essere molto utile.

Il ricorso all’antistaminico e all’aciclovir va sempre valutato secondo il rapporto costo/beneficio.

Per il controllo della febbre, laddove superasse i 38 ° C , è indicato il paracetamolo.
Il malato va tenuto in un ambiente non troppo caldo e deve indossare esclusivamente biancheria ed indumenti comodi di cotone bianco. Fondamentale è l’idratazione, per cui privilegiare una alimentazione leggera evitando l’assunzione di frutta acida che potrebbe irritare maggiormente eventuali lesioni presenti nel cavo orale.

Privilegiare frutta e verdura fresche e biologiche, noci e semi oleosi, centrifugati di carote e succo di mirtillo. Va aumentato il consumo di vitamina C attraverso l’assunzione di integratori, meglio se di derivazione naturale ( Rosa Canina ). Il sostegno del sistema immunitario si otterrà grazie a preparati a base di Echinacea.

Sulle lesioni trasformate in croste è utile l’applicazione di una pomata alla Calendula.

Come ridurre prurito e irritazione da varicella

Per ridurre il prurito molto utile è il gel di aloe vera.



Per lenire l’irritazione, utile umettare le pustole con un infuso di fiori di sambuco (con 1 cucchiaino di fiori in infusione in 1 tazza di acqua calda per 10 minuti; utilizzatelo quando il liquido è freddo).
L’omeopatia può rivelarsi utile nella fase di esordio con il classico rimedio antifebbrile Belladonna 5 CH alternato a Ferrum phosphoricum 5 CH. Nella fase di eruzione con vescicole piccole a contenuto limpido è indicato Rhus toxicodendron 15 CH, mentre se le vescicole sono infette a contenuto giallastro o ricoperte da croste giallo-brunastre sarà indicato Mezereum 5 CH.

Per prevenire cicatrici, dopo la caduta delle croste, oltre a tagliarsi le unghie per evitare lesioni di grattamento ed attuare i precedenti consigli sul prurito sarà utile un mese di terapia con Antimonium tartaricum 7 CH.
Dopo che la malattia è stata superata i nosodi omeopatici rappresentano farmaci eccellenti per eliminare definitivamente le tossine depositate nel mesenchima.

Dr. Carli Angelo – Fitoterapeuta/ Omeopata

dottcarliangelo@gmail.com

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