Fuoco di Sant’Antonio sintomi, contagio e terapia

Cosa è il Fuoco di Sant’Antonio o herpes zoster? Come avviene il contagio e quali i sintomi, le cause e i rimedi?

Il Fuoco di Sant’Antonio è un termine popolare, sviluppatosi sul territorio italiano, per indicare una patologia di origine virale dovuta dall’Herpes Zoster.

Questo tipo di virus è responsabile non solo di questa patologia in particolare, ma anche di altre malattie molto diffuse tra cui la Varicella, la Mononucleosi, il Vaiolo, l’herpes genitale e orale.

Il virus del Fuoco di Sant’Antonio o sfogo di Sant’Antonio si manifesta anche durante la varicella, successivamente alla guarigione si localizza nella terminazioni nervose locali.

L’Herpes Zoster è pronto a manifestarsi approfittando di periodi di calo fisico, dovuti ad esempio a stati influenzali oppure raffreddore, tosse e stress, cioè in momenti in cui le difese immunitarie sono alquanto ridotte.

Per questo motivo chi ha contratto la varicella è più facilmente esposto alla possibilità di contrarre tale malattia, viceversa per chi invece non l’hai mai contratta.

Il Fuoco di Sant’Antonio o Herpes Zoster, colpisce principalmente la cute e le terminazioni nervose.

Il termine ha un’ origine antica, deriverebbe da Sant’Antonio Abate, il quale veniva invocato dalle persone affette da tale malattia come protettore e guaritore.

Fuoco di Sant Antonio contagio

Generalmente il Fuoco di Sant Antonio non è una malattia che avviene tramite contagio, a meno che non avvenga un contatto diretto con le vescicole che si formano sulla pelle e con il siero presente al loro interno.

Tuttavia prima della comparsa di queste lesioni cutanee dello sfogo di Sant’Antonio e successivamente alla loro evoluzione in crosticine, il soggetto affetto da tale patologia non è contagioso.

Ovviamente è bene rispettare quelle che sono le normali regole igieniche di prevenzione, facendo sì che colui che viene affetto da tale malattia non tocchi le vescicole ma le tenga ben coperte.

Un’altra accortezza indispensabile è quella di utilizzare biancheria intima e da notte, biancheria da letto e asciugamani separati, al fine di evitare il contagio anche ad altre persone.

Durante il decorso della malattia, quindi, è indispensabile che l’ammalato non pratichi degli sport che prevedano un contatto fisico o ravvicinato con altre persone.

Molto importante è evitare, da parte di donne incinte o persone immunodepresse, qualsiasi tipo di contatto con la persona affetta da Fuoco di Sant’Antonio.

Fuoco di Sant’Antonio sintomi

La fase iniziale dell’Herpes Zoster non presenta dei sintomi specifici ed esclusivi, in quanto spesso l’ammalato registra mal di testa, febbre, spossatezza e malessere generale.

Successivamente si presentano altri segnali specifici di tale malattia come sintomi di:

– intenso prurito;
– bruciore o torpore;
– ipersensibilità cutanea;
– parestesia, ovvero sensazione di formicolio e pizzicore.

Tra gli altri sintomi molto diffusi durante il decorso della malattia si riscontrano:

– febbre;
– brividi;
– spossatezza;
– cefalea;
– inappetenza;
– eruzioni cutanee, ovvero vescicole pruriginose e dolorose;
– rigidità dei muscoli del collo;
– dolore al petto, alle spalle e allo sterno;
– fitte addominali, simili a coliche;
– difficoltà nella masticazione;
– iperstesia;
– sindrome nefrosica;
– fliettene;
– escara.

Generalmente il sintomo del formicolio interessa soprattutto alcune parti del corpo come le braccia, le gambe e le mani.

Le vescicole cutanee, simili a delle bolle, sovente si concentrano soprattutto sulle braccia, sul petto e nell’area facciale e genitale.

Esse si possono manifestarsi in zone ben circoscritte e anche soltanto su un lato del corpo.

Queste escrescenze cutanee possono essere anche molto dolorose e pruriginose e, ovviamente, ogni sintomo e la sua minore o maggiore entità, varia da un soggetto all’altro.

Il dolore può essere lieve o molto forte, le persone affette descrivono un dolore simile a fitte intense e improvvise oppure sensazioni di bruciore e formicolio.

L’eruzione regredisce in 3- 4 settimane, sebbene in alcuni casi è possibile che si sviluppi una nevralgia posterpetica, ovvero un dolore neuropatico lì dove si è manifestato il virus.

Sintomi del Fuoco di Sant’Antonio nei bambini

Nel caso in cui il Fuoco di Sant’Antonio venga contratto dai bambini, la sua manifestazione risulta spesso più lieve e indolore, in quanto è soprattutto negli adulti e nelle persone anziane che tale malattia risulta più intensa.

Tuttavia nei casi più gravi possono verificarsi anche delle complicazioni che interessano il sistema nervoso, come ad esempio:

– infezioni batteriche;
– paralisi dei nervi del cranio;
– encefalomielite;
– complicanze motorie;
– complicanze alla retina degli occhi e infiammazioni del nervo ottico posteriore (neurite retrobulbare).

Nelle persone anziane o più debilitate, è possibile che il virus rimanga nell’organismo in maniera latente per poi manifestarsi nuovamente con prurito, formicolio, bruciore, dolore diffuso ecc.

Fuoco di Sant Antonio cause


Le cause di questa malattia possono essere diverse. Il Fuoco di Sant’Antonio colpisce generalmente la popolazione anziana, tra i 70 e gli 80 anni di età, e quelle persone immunodepresse più deboli e soggette a contrarre il virus.

Fuoco di Sant’Antonio rimedi negli adulti

Il primo passo da compiere è rivolgersi al proprio medico curante e mostrargli quali sono i sintomi principali che si manifestano.

Per diagnosticare tale malattia, tuttavia, è necessario soltanto un riscontro visivo da parte del proprio medico, in quanto questa patologia è una delle poche che si manifesti in maniera tanto evidente con eruzioni cutanee.

A discrezione del proprio medico, solitamente per i pazienti affetti da Herpes Zoster che presentano dolori forti o di moderata entità, il trattamento farmacologico prevede la prescrizione di semplici analgesici.

Per le vescicole cutanee il medico potrà anche prescrivere una crema locale a base di calamina da spalmare sull’eruzione epidermica in modo tale da ridurre dolore oppure eventuale bruciore.

Nella fase finale della malattia, quando le vescicole si saranno seccate e trasformate in croste, a discrezione del proprio medico, si potrà optare per un altro tipo di crema locale.

In quanto malattia di origine virale il medico potrebbe prescrive una terapia a base di farmaci antivirali che contrastino il virus, riducendone la durata e l’entità. In altri casi, invece, è prevista per l’infezione una somministrazione di cortisonici per contrastare l’infiammazione, sebbene alcuni studi dimostrino come questo tipo di terapia non abbia riscontri sempre positivi.

Bisogna specificare, tuttavia, che è molto importante rivolgersi sempre al proprio medico, in quanto ogni terapia varia a seconda della gravità della malattia e in base a come l’organismo risponde alle cure. Per questo motivo la terapia varia da soggetto a soggetto.

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