Cardioaspirina a cosa serve? Uso in gravidanza e effetti collaterali

La cardioaspirina è un medicinale che contiene al suo interno un dosaggio molto basso di acetilsalicilico, utilizzato per la prevenzione di infarto ed ictus, associati alla formazione di coaguli di sangue nelle persone, la cui salute cardiaca e vascolare è particolarmente compromessa.

Cardioaspirina a cosa serve?
Cardioaspirina a cosa serve

Molto spesso gli attacchi cardiaci così come gli ictus, sono provocati dalla formazione di coaguli, che vanno ad ostacolare il normale flusso sanguigno all’interno delle vene e delle arterie. La cardioaspirina ha lo stesso principio attivo dell’aspirina, infatti aiuta a prevenire la formazione di tali coaguli, inibendo così l’aggregazione piastrinica e di conseguenza anche il rischio di trombosi diminuisce.

Tale farmaco viene utilizzato dunque anche per prevenire la trombosi a seguito di un infarto del miocardio, oppure nei soggetti affetti da angina pectoris instabile oppure cronica, per prevenire in questo modo, che il by-pass-aorto-coronarico possa chiudersi, ed infine nei pazienti che hanno subito l’angioplastica coronarica percutanea transluminale.

Anche in presenza di attacco ischemico transitorio, o ictus cerebrale o nei malati di sindrome di Kawasaki, viene somministrato tale farmaco, così come nei soggetti che si sottopongono ad emodialisi per la prevenzione di trombi durante la circolazione extracorporea.

Inoltre, la cardioaspirina deve essere somministrata da coloro che mostrano diversi fattori che potrebbero determinare un rischio cardiovascolare, come l’ipertensione arteriosa, livelli elevati di colesterolo nel sangue, diabete mellito, predisposizione familiare, cardiopatie ischemiche ed obesità.

Consigliata anche in caso di valori piastrine basse.

Dosaggio

La somministrazione di tale farmaco non deve essere presa alla leggera, per questo viene prescritta dal medico cardiologo dopo una accurata visita e test per la diagnosi. Tendenzialmente il dosaggio consigliato è pari ad una compressa da 100 mg al giorno.

Qualsiasi altra variazione rispetto a tale dosaggio, deve essere consigliata esclusivamente dal medico curante, che aggiusterà con il passare del tempo la modalità di somministrazione in base alle esigenze del quadro clinico.

Ricordiamo infine, che la cardioaspirina è considerato un medicinale salvavita, che agisce sulla coagulazione sanguigna, per questo una somministrazione impropria può determinare la comparsa di effetti collaterali di grave entità.

Controindicazioni

La principale controindicazione è l’ipersensibilità verso l’acetilsalicilico o altri componenti presenti nel farmaco. È molto importante informare tempestivamente il proprio medico curante, se vi è stata diagnostica in passato la mastocitosi, oppure la presenza di un tumore sanguigno, perché il principio attivo del medicinale con il passare del tempo potrebbe dar luogo ad effetti indesiderati importanti, come l’ipotensione, la tachicardia, il vomito e le vampate di calore improvvise.

L’impiego della cardioaspirina è sconsigliato a tutti coloro che sono soggetti a patologie di grave entità che favoriscono il sanguinamento, come ad esempio l’ulcera duodenale o la diatesi emorragica.

Infine il farmaco non è adatto a coloro che in passato hanno mostrato di essere predisposti all’asma dopo l’impiego di salicilati, e per coloro che soffrono di insufficienza cardiaca, renale ed epatica.

Cardioaspirina effetti collaterali

Cardioaspirina effetti collateraliGli effetti collaterali che si manifestano con maggior frequenza a seguito della somministrazione di cardioaspirina, interessano l’apparato gastrointestinale, anche se come per il resto dei medicinali, non tutti i pazienti possono lamentare disturbi.

Il vomito e la nausea anche con possibilità di sanguinamento e dispepsia sono le conseguenze negative che si possono manifestare a carico dell’apparato digerente, oltre a dolore addominale, ulcera gastrica, ulcera duodenale e melena, ovvero feci nere.

Possono verificarsi anche disturbi di gravità variabile come ad esempio la colite, le ulcere del colon, le ulcere esofagee, la gastrite erosiva, l’esofagite da reflusso, l’infiammazione del primo tratto intestinale e la perforazione di quest’ultimo.

Per quanto riguarda invece il sangue, possono manifestarsi anemie, epitassi o perdita del sangue dal naso, sanguinamento delle gengive, distruzione dei globuli rossi, ovvero emolisi, ed infine ipoprotrombinemia.

Anche l’apparato respiratorio potrebbe essere compromesso, e determinare la presenza di episodi di dispnea grave, rinite, broncospasmo ed edema polmonare. È possibile in oltre il manifestarsi di problematiche a carico dell’orecchio e del labirinto, come sordità, ronzio e vertigini.

Gli effetti collaterali possibili che interessano invece il sistema nervoso centrale possono essere dalla semplice sudorazione, fino al mal di testa persistente, confusione generale ed emorragia cerebrale.

I reni ed il fegato sono due organi che possono determinare effetti collaterali a seguito della cardioaspirina, come il danno epatico, la tossicità epatica ed aumento degli enzimi, insufficienza renale e nefrite interstiziale in forma acuta.

Infine anche la nostra pelle può manifestare segnali di effetti collaterali, come angioedema, eritema nodoso, orticaria, dermatite ed infine la grave sindrome di Stevens Johnson e la sindrome di Lyell.

Cardioaspirina in gravidanza

Cardioaspirina in gravidanzaLa cardioaspirina in gravidanza si può assumere tranquillamente, anzi l’aspirinetta in gravidanza è consigliata in molti casi. L’unica accortezza è quella di assumerla fino alla 34-36ª settimana, non oltre perché altrimenti ci potrebbero essere problemi con la chiusura del dotto di Botallo del bambino.

Come usarla

La cardioaspirina in gravidanza può servire a migliorare la placentazione cioè la formazione di una adeguata placenta ma questo vale soprattutto nei casi in cui ho dei fattori di rischio, come ipertensione, obesità o magari pregressi aborti spontanei.

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In particolare la cardioaspirina in gravidanza è utile laddove ci siano delle problematiche della coagulazione che possono rendere non perfetta la formazione o il funzionamento della placenta.  Se è in corso una gravidanza assolutamente fisiologica non c’è indicazione ad assumere l’aspirinetta, soprattutto dalla 5ª settimana.

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